Pedagogia Ignaziana
L’approccio didattico della pedagogia ignaziana non si riduce a un semplice insieme di tecniche, ma incorpora una filosofia educativa che si estende a una visione del mondo e a una rappresentazione dell’individuo che si desidera formare. Questa visione dà vita agli obiettivi che guidano tutti gli aspetti di questa tradizione educativa e dagli stessi derivano le strategie da impiegare nel percorso formativo. La visione ignaziana del mondo, così come sono stati dettagliati gli ideali di questa forma di educazione nel documento “Caratteristiche dell’attività educativa della Compagnia di Gesù”, suggerisce una rielaborazione del concetto di mondo e propone strumenti pratici per incarnare i valori ignaziani nel processo educativo.
Il Fine Ultimo dell’Educazione Ignaziana
É ora la richiesta: qual è lo scopo dell’educazione ignaziana? Le “Caratteristiche” offrono una descrizione approfondita, elaborata dal Padre Generale Kolvenbach in termini di sviluppo intellettuale dei giovani affinché possano realizzare appieno i talenti donati da Dio. Questo tipo di educazione non si limita a un accumulo di conoscenze o alla preparazione professionale. L’obiettivo più profondo e conclusivo è la crescita totale della persona, che la spinge ad agire eticamente e spiritualmente, in sintonia con gli insegnamenti e la presenza di Gesù Cristo, e a servire altruisticamente gli altri.
Padre Arrupe ha sintetizzato l’obiettivo con la frase “formare uomini e donne per gli altri”, mentre Padre Kolvenbach ha descritto l’ideale educativo di produrre giovani intellettualmente preparati, eticamente maturi, religiosamente orientati e pronti a un impegno di giustizia attraverso un servizio generoso. Lo scopo è formare leader di servizio, persone che possiedono non solo capacità e consapevolezza, ma anche passione civica.
L’Integrità dell’Educazione
Questo scopo richiede una formazione completa e approfondita della persona umana, un processo educativo che inviti all’eccellenza – a sforzarsi di eccellere, di realizzare ciò di cui si è capaci – e abbracci l’aspetto intellettuale, l’aspetto accademico e ancora molto di più. Questa formazione invita a un’eccellenza umana modellata sul Cristo dei Vangeli, che rifletta il mistero e la realtà dell’incarnazione, che rispetti la dignità di tutti gli uomini e la santità di tutta la creazione. Vi sono nella storia molti esempi di un’eccellenza concepita in modo ristretto, di persone che hanno progredito in misura straordinaria sul piano intellettuale ma sono rimaste immature sul piano dell’affettività e su quello morale. Cominciamo a renderci conto che l’educazione non umanizza e non cristianizza di per se stessa le persone e la società. Non condividiamo più la convinzione ingenua che qualsiasi educazione, quali che siano le sue qualità, le sue motivazioni o le sue finalità, conduca alla virtù. E’ perciò sempre più chiaro che se, con la nostra educazione ignaziana, vogliamo avere un peso morale nella società, dobbiamo insistere sul fatto che l’educazione si situa in un quadro morale tanto quanto in un quadro intellettuale. Questo non significa avere un programma di indottrinamento che soffoca lo spirito, o introdurre corsi teorici puramente speculativi e lontani dalla realtà. Abbiamo bisogno di un quadro di ricerche per un processo che deve confrontarsi con problemi molto significativi e con i valori complessi della vita, come anche di docenti capaci e disposti a guidare queste ricerche.